PERSONAGGI
Sequals paese di Primo Carnera... e non solo!
Tanti sono i personaggi che hanno contribuito con le loro piccole storie a fare grande la storia di Sequals e delle sue frazioni: tanti artisti (mosaicisti, terrazzieri, scalpellini...), imprenditori, costruttori, sportivi, benefattori, un grande musicista, una beata, una poetessa, un astronomo, religiosi coraggiosi, podestà e sindaci, nobili letterati o ancora partigiani e giovani soldati caduti per la Patria e passionarie combattenti contro l'inquinamento il cui ricordo finisce per svanire anche se alcune targhe toponomastiche ne riportano i nomi. Qui vogliamo combattere il tempo che corre sempre più veloce e riportarli in vita la durata di una breve lettura e allo stesso tempo creare un piccolo dizionario dei sequalsesi, lestanensi e solimberghesi, dalla A di Arandora Star ... alla Z di Olbram Zoubek!
A
ARANDORA STAR
Quando il regime fascista italiano dichiarò la guerra all'Inghilterra, migliaia di italiani che vivevano e lavoravano da tanti anni sul suolo britannico vennero considerati nel giro di poche giorni “alien enemy”, caricati su navi e deportati verso il Canada in campi di lavoro.
Sull'Arandora Star, una nave da crociera trasformata in nave prigione dalle forze di sicurezza inglesi, furono stipati 1200 prigionieri civili, fra cui 712 emigrati italiani. Ridipinta di grigio, non avendo nessun distintivo della Croce Rossa e palesando un cannone a prua, il comandante dell’U-Boat U47 pensò che fosse una nave militare da attaccare.
Il 2 luglio 1940 dopo essere stata colpita da un siluro a largo delle coste nord-ovest dell'Irlanda, l’Arandora Star affondò in meno di quaranta minuti: per la mancanza di scialuppe più di 800 persone persero la vita, fra queste 446 erano italiani di età compresa tra i 16 e i 68 anni.
Nella sciagura perirono anche 4 sequalsesi emigrati in Inghilterra per svolgere il loro mestiere di mosaicisti:
Domenico Cristofoli (1905-1940)
Ettore Cristofoli (1896-1940)
Renato Cristofoli (1908-1940)
Antonio Bertin (1901-1940)
ANDREA (1856-?) E GINO AVON (1896-1984)
Nato nel 1856 a Venezia, Andrea Avon completa la sua formazione artistica presso l'Accademia di Brera a Milano. Qui incontra Giandomenico Facchina che segue a Parigi. Rientrato a Venezia, crea il suo proprio laboratorio in Campo S. Maria Mater dove realizza alcune delle opere che ritroviamo a Trieste, Zagabria, Budapest, Varsavia, Nizza, Montecarlo, New York e Washington. Nel 1893 una sua opera raffigurante San Pietro viene premiata all'Esposizione Internazionale di Parigi.
Tra il 1996 e il 1905 lavora a San Pietroburgo e si fa apprezzare dallo zar a tal punto che, nel 1902, Nicola II manda a Venezia un vagone con lo stemma di corte appositamente per portare il nostro mosaicista a Mosca dove si occuperà del restauro dei mosaici del Cremlino.
Nel 1907 trasferisce il suo laboratorio a Solimbergo. Nel 1920 Andrea Avon costituisce con Pietro Pellarin e Vincenzo Odorico la Società Anonima Mosaicisti di Sequals il cui atto costitutivo fu redatto nella Sala di Pesat all'interno della Cjasa di Gheta in via Facchina dove si tennero per un certo tempo corsi di mosaico. Come si sa la Scuola di Mosaico che si voleva creare prenderà forma nel 1922 a Spilimbergo. Qui Andrea Avon fu il primo insegnante di tecnica musiva. Realizzò i mosaici raffiguranti la Madonna della Stella e i santi Pietro e Paolo che ornano la facciata della chiesa di Solimbergo.
Andrea Avon (fotografia tratta da Sot la Nape Rivista Furlane di Culture, Società Filologica Friulana, Udine n. 2 del 2016)
Sposato con Carlotta Bisacco, Andrea ebbe sei figli (tutti valenti mosaicisti): Vincenzo, Angelo, Tommaso, Felice, Mario e Gino che lo sostituì all'insegnamento presso la Scuola di Mosaico di Spilimbergo dal 1923 al 1930. Dopo la chiusura del suo laboratorio di Spilimbergo, nel 1934 Gino ne apre un altro a Udine e si dedica all'attività imprenditoriale. Realizza il mosaico del monumento ai caduti di Spilimbergo, i mosaici della facciata del Tribunale di Porto Said, alcuni lavori in Danimarca, il mosaico murale della chiesa della Polizia Ferroviaria di Tarvisio, i pavimenti di Palazzo Adria a Fiume e dell'università di Trieste. Si occupa anche del restauro dei pavimenti paleocristiani di Grado, dei mosaici della chiesa serbo-ortodossa e di quelli della facciata del Palazzo del Governo di Trieste. Sue sono alcune decorazioni e la Via Crucis in mosaico della chiesa di Solimbergo.
Gino Avon (fotografia tratta da Sot la Nape Rivista Furlane di Culture, Società Filologica Friulana, Udine n. 2 del 2016)
C
CADUTI, DISPERSI E VITTIME CIVILI DEL COMUNE DI SEQUALS DURANTE LA SECONDA GUERRA MONDIALE*
Avon Italo (18-07-1920 / 07-08-1943) Sergente 5° Rgt Genio Trasmissioni. Deceduto a Spilimbergo per infermità da cause belliche, ivi tumulato
Bagnariol Antonio (28-12-1919 / 07-03-1941) Alpino 8° Rgt Btg "Gemona". Caduto in combattimento a q. 1615 di M. Golico (Albania), ivi tumulato
Beltrame Arrigo (1924 / 15-07-1945) Civile. Deceduto a Spilimbergo per scoppio residuato bellico
Bertin Antonio (11-10-1901 / 02-07-1940) Civile. Scomparso nell'Oceano Atlantico per affondamento della nave "Arandora Star"
Bertin Pietro (09-05-1920 / 31-01-1943) Alpino 8° Rgt Btg "Gemona". Disperso in combattimento in URSS, località imprecisata
Bisaro Ottavio (16-08-1919 / 31-01-1943) Artigliere alp. 3° Rgt, Grp "Conegliano". Disperso in combattimento in URSS, fronte del Don
Bisaro Rodi Giuseppe (29-05-1912 / 24-05-1941) Civile, operaio militarizzato. Deceduto nel Canale di Sicilia per affondamento della nave "Conte Rosso", tumulato a Sequals
Bisaro Tommaso (03-09-1912 / 25-03-1941) Alpino Btg. Truppe Coloniali "Uorc Amba", 3° Comp. Deceduto in seguito a bombardamento a Cheren (AOI), ivi tumulato
Bot Luigi (25-12-1921 / 31-08-1942) Artigliere 136° Rgt. Corazzato "Littorio". Caduto in combattimneto a Gebel Kalalc (AS), tumulato nel Sacrario di El Alamein
Cargnelli Giovanni (02-10-1919 / 20-01-1943) Cap. magg. 8° Rgt. Alpini, Btg "Gemona". Disperso in combattimento a Nikolajewka (URSS)
Carnera Osvaldo (16-10-1920 / 17-04-1943) Geniere 14° Rgt. Deceduto nel 17° ospedale da campo a Bom Icha (Tunisia), ivi tumulato
Cecconi Carlo (08-04-1914 / 08-09-1943) Soldato 50° Rgt. Fanteria. Disperso in Albania in seguito agli eventi bellici armistiziali
Colesan Clemente (16-09-1916 / 28-04-1945) Partigiano Div. Garibaldi Sud Arzino, Brg "Sozzi", n.di b. "Alfio". Caduto in combattimento contro ff. tedesche a Sequals, ivi tumulato
Colesan Luigi (13-07-1910 / 14-08-1946) Alpino 8° Rgt Btg "Gemona". Deceduto a Sequals per infermità da cause belliche, ivi tumulato
Corazza Olindo (05-09-1915 / 03-06-1944) Alpino 8° Rgt Btg "Gemona". Decedto in prigionia tedesca a Neubrandenburg (D) per malattia, ivi tumulato
Cotterli Giacomo (31-09-1907 / 20-01-1945) Civile. Deceduto a Linz (D) in seguito a bombardamenti aereo, ivi tumulato
Cristofoli Antonio (06-05-1920 / 28-03-1942) Caporale 8° Rgt Alpini Btg "Gemona". Scomparso in mare per affondamento della nave "Galilea"
Cristofoli Domenico (14-04-1905 / 02-07-1940) Civile. Deceduto nell'Oceano Atlantico per affondamento della nave "Arandora Star"
Cristofoli Ettore (12-09-1896 / 02-07-1940) Civile. Deceduto nell'Oceano Atlantico per affondamento della nave "Arandora Star"
Cristofoli Renato (10-02-1908 / 02-07-1940) Civile. Deceduto nell'Oceano Atlantico per affondamento della nave "Arandora Star"
Cristofoli Sante (11-09-1911 / 02-01-1941) Alpino 9° Rgt. Btg. "al Leogra". Caduto in combattimento a Teqe (Grecia), ivi tumulato
Da Prat Leo Pietro (18-07-1924 / 05-05-1945) Soldato 25° Settore Guardia alla Frontiera. Deceduto in prigionia in URSS, Ospedale Gniezno (Polonia), ivi tumulato
Da Prat Maria Rosa (16-04-1912/ 15-04-1945) Civile. Deceduta a Spilimbergo per scoppio materiale bellico
Di Valentin Luigi (08-10-1924 / 06-10-1943) Geniere 5° Rgt. Deceduo in prigionia tedesca a Villaco (A) per malattia, tumulato a Sequals
Falcomer Antonio (28-07-1908 / 09-09-1943) Soldato 17° Settore Guardia alla Frontiera - Tarvisio. Caduto in combattimento contro ff. tedesche a Tarvisio, ivi tumulato
Ferrarin Angelo (14-09-1919 / 06-01-1942) Soldato 53° Rgt. Fanteria. Deceduto ad Arezzo per infermità da cause belliche, ivi tumulato
Galante Carlo (19-10-1913 / 20-03-1941) Vice caposquadra 2° Legione CC.NN d'Africa. Caduto in combattimento in Eritrea, salma non recuperata
Liva Domenico (25-02-1920 / 21-01-1943) Alpino 8° Rgt. Btg "Gemona". Disperso in combattimento a Georgewka (URSS)
Luisa Giuseppe (21-08-1921 / ..-01-1943) Alpino 8° Rgt. Btg "Gemona".Disperso in combattimento in URSS, località imprecisata
Mattei Oreste (09-05-1906 / 13-07-1943) Civile. Deceduto a Torino per bombardamento aereo, ivi tumulato
Melocco Alberto (24-02-1919 / 11-03-1941) Alpino 8° Rgt. Btg "Gemona". Deceduto a Fieri (Albania) per infermità da caise belliche, ivi tumulato
Moro Attilio (14-03-1910 / 07-03-1941) Caporale 8° Rgt Alpini. Btg "Gemona". Caduto in combattimento a q. 1615 di M. Golico (Albania), tumulato a Sequals
Novello Achille (26-10-1914 / 06-09-1944) Civile. Deceduto a Le Havre (F) per bombardamento aereo, ivi tumulato
Odorico Angelo (02-01-1918 / 02-11-1941) Soldato 74° Rgt. Fanteria. Deceduto a Fiume per infermità da cause belliche, tumulato a Sequals
Odorico Edoardo (12-03-1920 / 28-03-1942) Cap. Magg. 8° Rgt Alpini. Btg "Gemona". Deceduto per affondamento della nave "Galilea", tumulato a Sequals
Patrizio Leonardo (15-10-1919 / 24-01-1943) Caporale Quartiere Generale Divisione Alpina "Julia". Disperso in combattimento a Nowo Georgewka (URSS)
Sartori Lino (02-05-1921 / 23-01-1943) Geniere alp. 3° Btg. Misto, Div. "Julia". Disperso in combattimento a Nikolajewka (URSS)
Tesan Ido (06-04-1917 / 27-11-1940) Alpino 8° Rgt. Btg "Gemona". Caduto in combattimento a Shambert (Albania), tumulato a Frasheri
Tomat Adoilio (12-06-1912 / 16-09-1943) Civile. Deceduto a Nantes (F) per bombardamento aereo, ivi tumulato
Toson Rino (20-11-1918 / 19-01-1943) Alpino 8° Rgt. Btg "Gemona". Caduto in combattimento a Rossosch (URSS)
Tramontin Angelo (17-01-1922 / 19-01-1943) Alpino 8° Rgt. Btg "Gemona". Caduto in combattimento a Nowo Postolajewka (URSS), ivi tumulato
Tramontin Antonio (06-08-1919 / 19-01-1943) Sergente 8° Rgt. Alpini Btg "Gemona". Disperso in combattimento a Seleny Jar (URSS)
Valent Livio (02-05-1910 / 25-08-1944) Maresciallo paracadutista Aeronautica Militare RSI. Caduto in combattimento ad Ardea (Roma), ivi tumulato
Vallar Alfredo (20-04-1918 / 08-09-1943) Cap. magg. 313° Rgt. Fanteria. Disperso in Albania in seguito agli eventi armistiziali
Zannier Mattia (14-07-1924 / 18-03-1945) Partigiano Div. Garibaldi Sud Arzino, Brg "I. Nievo", n.di b. "Hanz". Ucciso da ff. tedesche a Borgo Alzetta di Maniago, tumulato a Sequals
Zecchinon Silvio (28-12-1902 / 14-07-1943) Caposquadra 10° Legione MVSN. Deceduto a Carbonia per infermità da cause belliche, ivi tumulato
Zilli Elio (25-03-1921 / 20-01-1943) Artigliere alp. 3° Rgt. Grp. "Conegliano". Disperso in combattimento in URSS, fronte del Don
Zilli Silvano (18-11-1911 / 28-03-1942) Sergente 8° Rgt Alpini. Btg "Gemona". Scomparso in mare per affondamento della nave "Galilea"
* Istituto Friulano per la Storia del Movimento di Liberazione, Caduti, Dispersi e vittime civili dei Comuni della Regione Friuli Venezia Giulia nella seconda guerra mondiale. Provincia di Pordenone. Volume II, Udine 1989
PRIMO CARNERA (1906-1967)
Già da bambino Primo Carnera colpisce per la sua straordinaria mole. Alto e robusto quanto un'adulto, divora le pagnotte di pane, appena comprate per la madre, ancora prima di essere tornato a casa. A 16 anni, lascia la casa paterna per andare a lavorare in Francia a Le Mans come falegname. Continuamente tormentato dalla fame, accetta di seguire un circo che era lì di passaggio e che gli assicurava come compenso quanto bastava per mangiare in abbondanza. Grazie alla sua potenza e alle sue eccezionali misure (2,05 m di altezza per 125 kg di peso) viene presto notato da Paul Journée, ex campione di Francia nella categoria dei pesi massimi, che lo convince a dedicarsi al pugilato diventando il suo manager. In pochi anni, viene sgrezzato e formato per il pugilato di alto livello. La sera del 29 giugno 1933 conquista l’ambitissimo titolo di campione del mondo dei pesi massimi battendo per KO l’americano Jack Sharkey nel famoso Madison Square Garden di New York. Osannato, Carnera diventa in Italia e nel mondo intero un idolo e un mito. Su 103 incontri, ne vince 88 (70 prima del limite) perdendone solo 15 (8 prima del limite).
Dopo la fine della carriera pugilistica, Primo ha la forza di reinventarsi. Tenta prima la strada del cinema sia in Italia che a Hollywood (gira una ventina di pellicole) e, dopo la seconda guerra mondiale, di nuovo negli Stati Uniti, quella del wrestling diventando campione del mondo nel 1957. Gli ultimi anni li dedica alla famiglia: la moglie Pina sposata nel 1939 e i figli Umberto, nato nel 1940, e Giovanna Maria, tre anni dopo. Minato nel fisico dalla malattia, Primo Carnera decide di tornare a Sequals sperando di riprendersi tra l’affetto dei suoi amici e compaesani. Giunge a Sequals assieme alla moglie il 21 maggio 1967 ma muore dopo poco più di un mese, il 30 giugno, esattamente 34 anni dopo la sua favolosa vittoria.
Il Comune di Sequals ha acquistato la sua bellissima casa in stile liberty con l’intento di realizzare un museo dedicato allo sport. Villa Carnera conserva nel salone un interessante ciclo d'affreschi di Giuseppe Barazzutti (1933), mentre all'esterno si può vedere un piccolo giardino all'italiana e visitare l’annessa palestra sulla cui facciata spicca la scritta in mosaico “Mens sana in corpore sano”.
Sotto la casa natale di Primo Carnera in Via Facchina e il busto bronzeo nel cimitero di Sequals
RAIMONDO CARNERA (1915-2002)
Raimondo Alberto Pietro Carnera nasce il 2 febbraio 1915 a Copenhagen da Ida e Andrea Carnera, un cugino di Primo Carnera. Ha vissuto in Italia tra 1927 e 1931. Si dedica alla scherma e alla spada partecipando anche ad alcuni campionati del modo e alle Olimpiadi di Helsinki nel 1952. Si aggiudica più volte il campionato danese e otto volte quello nordico. E' stato arbitro internazionale nelle tre discipline della scherma. E' morto a Copenhagen nel 2002. E' sepolto a Sequals.
Lapide della famiglia Carnera-Odorico nel cimitero di Sequals. Qui riposano Raimondo Carnera e i suoi genitori Andrea Carnera e Ida Odorico.
GELTRUDE CIANI (1906-1987)
Detta Gherti, Geltrude Ciani nasce a Praga il 24 novembre 1906 da Edoardo, nipote di Giovanni Ciani, e Gina De Franceschi. Assieme a suoi fratelli, segue i suoi genitori nei loro viaggi tra l’Italia e Praga. Con l’avvento del regime comunista, Geltrude si ritira a Lestans. Muore a Spilimbergo il 5 marzo 1987 all'età di ottant'anni.
Geltrude Ciani aveva ereditato da suo prozio e da suo padre il loro forte attaccamento a Lestans e alla sua Società Operaia nella quale entrò a fare parte in qualità di socia effettiva negli anni ’70. Fu sempre molto attenta ai bisogni del sodalizio, alla cui attività contribuì con varie oblazioni, e dell’intera comunità. Nel 1983 cedette a titolo gratuito al Comune di Sequals una porzione di un terreno di sua proprietà per permettervi la costruzione del “centro ricreativo” a lei dedicato. Non avendo eredi volle lasciare, con disposizioni testamentarie del 18 marzo 1986, il suo patrimonio a vari enti pubblici ed associazioni sociosanitarie, assistenziali e religiose. Lasciò la sua Villa al Comune di Sequals affinché fosse destinata per sempre ad attività culturali e volle che il terreno detto braida, situato a nord della casa, fosse diviso in tre parti uguali tra la Cooperativa, l’Associazione Nazionale degli Alpini e la Società Operaia.
Geltrude Ciani con la madre Gina De Franceschi e i fratelli Edoardo e Felice Nicolò a Praga
(foto da Fotografia Memoria e Identità nell'emigrazione dallo Spilimberghese, CRAF, Spilimbergo, 2010)
GIOVANNI CIANI (1847-1926)
Nasce a Lestans nel 1847 da Leonardo Ciani (1810-1891) e Anna Bonin. Apprende dal padre, maestro scalpellino, il proprio mestiere. All'età di 14 anni si reca a Vienna e lavora al Teatro dell'Opera, frequentando parallelamente le scuole serali di modello e disegno. Tre anni dopo ritorna in Italia dove lavora per proprio conto eseguendo lavori in marmo nel territorio friulano. Nel 1871 si reca a Roma dove segue il corso delle scuole serali di modello e disegno. Dopo un breve ritorno a Vienna dove sposa nel 1874 Geltrude Kasper (1849-1924), nel 1875 viene chiamato dall'architetto Josef Zitech per eseguire a Praga le decorazioni del Teatro Nazionale Boemo. Con la grande notorietà acquisita nella capitale boema, Giovanni Ciani comincia a frequentare gli ambienti dell’alta società. Nel febbraio 1900, Umberto I gli conferisce la decorazione di Cavaliere del Regio Ordine della Corona Italiana. In 45 anni di attività lavorativa a Praga, ottiene una trentina di riconoscimenti quali attestati, certificati e medaglie, nonché il titolo di “Imperiale e regio Maestro scalpellino di Corte” assegnato dall'Imperatore d’Austria Francesco Giuseppe.
I successi della “Marmor und Granit Industrie” che il Ciani fonda a Praga nel 1876 in Salmgasse n.7 non gli fanno dimenticare le sue umili origini e la sua condizione di emigrante: il 16 maggio 1898 istituisce presso il suo domicilio l’Associazione Italiana di Soccorso. Giovanni Ciani si preoccupa anche degli italiani presenti nella capitale dell’Impero ed è tra i fondatori della Società Italiana di Beneficenza di Vienna.
Nel 1914 fa ritorno a Lestans, dove aveva fatto costruire la sua “Villa Geltrude”, e dove continua a lavorare realizzando opere e istituzioni utili al bene e allo sviluppo economico del suo paese natale. Sul modello delle tante Associazioni Italiane di Soccorso sparse in Europa Nord Orientale e delle nascenti Società di Mutuo Soccorso, già sul finire del 1891 Giovanni Ciani è il promotore della fondazione della Società Operaia “Eco del Lavoro” di Lestans. Il Ciani è subito eletto Presidente del neonato sodalizio e rimane in carica ininterrottamente fino al 1913. Durante i suoi vari mandati, si preoccupa di dare alla Somsi una sede propria e in tal senso nel 1909 cede al sodalizio una delle sue proprietà per la metà del suo valore. In qualità di presidente della Somsi, il Ciani si prodiga particolarmente per la formazione professionale dei giovani del suo paese: nel 1905 patrocina l’istituzione della IV^ classe elementare. Nel 1909 contribuisce all'istituzione dell'Asilo Infantile. Tuttavia questi locali si rivelano esigui e ben presto si pensa alla necessità di costruire un nuovo edificio più adatto ai bisogni dei bambini. Giovanni Ciani dona alla Società Operaia un terreno situato ad ovest della sua abitazione nonché la somma di 50.000 lire per l’erezione del nuovo Asilo Infantile che viene ufficialmente inaugurato il 28 ottobre 1927. L’anno successivo sempre grazie alla generosità di Giovanni Ciani, viene istituita anche la Scuola di Disegno di Lestans. Il Ciani è anche all'origine della Cooperativa di Consumo e la Latteria Sociale Turnaria di Lestans.
Oltre alle varie attività di carattere sociale e filantropico, Giovanni Ciani ha un ruolo attivo anche nell'amministrazione comunale di Sequals e ricopre perfino cariche istituzionali. Il 27 dicembre 1908 è nominato Sindaco del Comune fino alla fine del quadriennio. Ricopre questa carica fino al 1 maggio 1912.
Per il complesso delle sue attività professionali, sociali e filantropiche, Giovanni Ciani ottiene il titolo di Commendatore nel 1920. Nel 1924 Geltrude Kasper Ciani muore. Due anni dopo, il 13 aprile 1926, anche il Commendatore si spegne. Sono sepolti, l’uno vicino all'altra, nella cappella di famiglia che il Ciani aveva fatto costruire nel cimitero del suo paese.
Giovanni Ciani (a destra) a Praga, fine '800
(foto da Fotografia Memoria e Identità nell'emigrazione dallo Spilimberghese, CRAF, Spilimbergo, 2010)
CLEMENTE COLESAN "ALFIO" (1916-1945)
Partigiano della Brigata Sozzi - Sud Arzino, Battaglione Pisacane, caduto a Colle il 28 aprile 1945, medaglia di bronzo al valore militare alla memoria:
Vice Comandante di Compagnia, durante un attacco concentrico contro un munito presidio, riusciva a trascinare i suoi partigiani fin sotto le posizioni nemiche nonostante la intensa reazione avversaria ingaggiando una volente lotta. Nel tentativo di annientare una postazione di mitragliatrice che ostacolava l'avanzata del suo reparto, colpito da una raffica al petto, immolava la sua esistenza alla causa della libertà. Fulgido esempio di ardimento e di alto senso del dovere. Colle (Cavasso Nuovo-Udine) - Sequals, 28 aprile 1945.
Clemente Colesan "Alfio". Targa commemorativa a Colle di Arba presso il luogo in cui Clemente Colesan fu colpito a morte.
FRANCESCO CRISTOFOLI (1932-2004)
Francesco Cristofoli nasce a Copenhagen nel 1932. Suo padre Giovanni, mosaicista, era emigrato in Danimarca dove lavorava per la ditta Odorico.
Francesco frequenta il Conservatorio e l'Università di Copenhagen dove si laurea nel 1957 A 25 anni è già ai vertici dell'Opera Reale di Copenaghen. Nel 1965, vince a Roma il concorso internazionale per direttori d'orchestra all'Accademia Santa Cecilia. Nel 1972, viene nominato direttore artistico del Den Jyske Opera della quale è stato anche direttore stabile fino al 1996. Svolge la sua attività di direttore d'orchestra oltre che a Copenaghen, a Berlino, Praga, Edimburgo, Budapest, Stoccolma, Oslo, Roma. Dirige concerti anche al Teatro La Fenice di Venezia e è l'autore dell'unica biografia in lingua danese su Giuseppe Verdi. Rimase sempre molto attaccato al paese di origine e mantenne la cittadinanza italiana. Tra i vari riconoscimenti quello di Cavaliere di primo grado della Corona danese, con la consegna della medaglia d'oro direttamente da parte della regina Margrethe II di Danimarca che gli tributò un'ulteriore omaggio inviando una corona di fiori ai suoi funerali. Nel 2002 aveva anche ricevuto dal Presidente della Repubblica Italiana Ciampi l'onorificenza dell'Ordine della Stella della Solidarietà Italiana. Muore a Copenhagen nel 2004.
Francesco Cristofoli
(foto da Fotografia Memoria e Identità nell'emigrazione dallo Spilimberghese, CRAF, Spilimbergo, 2010)
D
ANTONIO DE FRANCESCHI (1875-1931)
Antonio De Franceschi nasce a Lestans nel 1875. Era il terzo figlio degli undici figli di Pietro De Franceschi (1841 – 1902) e Regina del Fabbro (1844 – 1930) emigrati in Germania. Pietro lavorava nel campo dell’edilizia e naturalmente Antonio seguì le orme paterne. Lasciò presto il Vecchio Continente per tentare la fortuna Oltreoceano. Dal censimento del 1930, risulta fosse emigrato negli Stati Uniti fin dal 1902. Qui lavorò per risparmiare i soldi che consentirono alla sua fidanzata tedesca Bertha Liedke (nata nel 1884) di seguirlo in America. Antonio e Bertha si sposarono a Baltimora nel Maryland, dove nel 1903, egli fece richiesta per ottenere la cittadinanza americana. Nel 1910, la famiglia De Franceschi si stabilì in modo definitivo a Memphis. Tra il 1905 e 1917, Antonio e Bertha De Franceschi ebbero 9 figli .
Nel censimento del 1910 Antonio De Franceschi dichiara di essere un “building superintendent”; nel 1917 lavora per la “Standard Oil” come “self-employed contractor”. Nel censimento del 1930 dichiara invece di essere un “building contractor”. A Memphis lavora all'edificazione del McCall Building nel 1910 (oggi questa costruzione di 10 piani situata al 69-79 di South McCall Place non esiste più) e del Baptist Memorial Hospital fondato nel 1912.
La sua brillante carriera professionale gli ha permesso di regalare una vita agiata alla sua famiglia: fece costruire a Memphis una casa stupenda, replicata in miniatura nel parco per consentire a suoi bambini di giocarvi!
Antonio tornava spesso a Lestans dove non passava inosservato, sia per lo stile raffinato, sia per la stazza imponente e per l'elegante macchina che usava guidare. I bambini amavano seguirlo durante le sue passeggiate domenicali e offrirgli dei fiori per la Sant'Antonio e lui ricambiava il loro affetto insegnando qualche parola inglese e regalando soldini.
Il 17 novembre 1931 dopo essere tornato da una passeggiata in bicicletta a Spilimbergo, ebbe un attacco di cuore. Fu sepolto nel cimitero di Lestans nella tomba di famiglia De Franceschi e Bettoli che si trova proprio alla sinistra del monumento funebre del Comm. Giovanni Ciani, assieme ai genitori e al fratello Pietro e alla sorella Luigia, morti entrambi nel 1947. Un lungo necrologio di Antonio De Franceschi apparve su un quotidiani di Memphis.
Sotto Antonio De Franceschi con la sua lussuosa automobile a spasso per Lestans. Accanto Antonio De Franceschi con la moglie e la sua numerosa famiglia a Memphis
Alla sua destra si riconosce una giovane Geltrude Ciani, sua nipote. (Foto dal Fondo Ciani, CRAF, Spilimbergo)
AGNESE DEL TURCO CARNERA (1899-1977)
Benefattrice. Moglie dell'Ingegnere Cesare Carnera (1900-1966), Agnese Del Turco donò al Comune di Sequals, dopo la morte del marito, un terreno di 38.430 mq per la costruzione di una Casa di Riposo per anziani. Dal testamento della signora Carnera si evincono le sue profonde motivazioni: Desidero lasciare la maggior parte dei miei averi per formare una Fondazione Pia, intestata a "Cesare-Agnese Carnera", purché i proventi della stessa vadano a beneficio degli anziani che non hanno la possibilità di pagare interamente la retta, o al miglioramento di qualche necessaria deficienza dei non abbienti, in modo che non vi sia distinzione tra i ricoverati presso la Casa dell'Emigrante, primi fra tutti quelli che appartengono al Comune di Sequals. La Casa dell'Emigrante fu inaugurata con la benedizione del Vescovo Mons. Abramo Freschi il 7 maggio 1978.
ADELINA DURAT IN CRISTOFOLI (1910-1976)
Fu l'unica vittima nel Comune di Sequals del sisma del '76.
Vedere il paragrafo dedicato al terremoto: http://www.sequalstorie.it/sequals/
F
GIANDOMENICO FACCHINA (1826-1904)
Nell'Ottocento l’emigrazione friulana in Francia coinvolse soprattutto piccoli gruppi di operai terrazzieri e mosaicisti provenienti dalla Destra Tagliamento, ed in particolare dallo Spilimberghese, che eseguirono lavori di decorazioni in palazzi pubblici e privati nelle grandi città. A partire dalla metà del secolo con la scoperta di mosaici di età romana a Montpellier, Béziers o Nîmes arrivarono in Francia operai specializzati chiamati a curarne il restauro.
La maggior parte proveniva da Sequals considerata a giusto titolo come la culla dell’arte musiva friulana in quanto diede i natali a veri artisti dai nomi tipicamente sequalsesi come i vari Odorico, Carnera, Cristofoli, Pellarin, Foscato, Mora, Fabris ecc.. che esportarono il loro talento in tutto il modo. Tra quelli che seppero farsi maggiormente valere ricordiamo in particolare Giandomenico Facchina che, grazie alla sua tecnica del mosaico a rovescio, ottenne l’incarico di decorare la volta del foyer dell’Opera Garnier di Parigi. Il successo fu tale che il Facchina fu chiamato a lavorare ai principali monumenti di Parigi, come la Basilica del Sacro Cuore, il Trocadero, la Scuola delle Belle Arti, il Louvre, il Petit Palais sui Champs Elysées, l’Hôtel de Ville, e ancora i negozi “Au Printemps” e “Au Bon Marché”… Sue opere sono sparse anche su tutto il territorio francese: sue sono le decorazioni della Basilica di Notre-Dame de Fouvrière a Lione, della cattedrale di Notre-Dame de la Garde a Marsiglia, del Santuario della Beata Vergine di Lourdes, per citare solo quelle più importanti. Installatosi definitivamente a Parigi, il Facchina ricevette numerosi riconoscimenti e ricompense, in particolare nel 1886 la Legione d’Onore. Tuttavia non dimenticò mai Sequals che contribuì con la sua arte ad abbellire: realizzò la pavimentazione e la gradinata di accesso della chiesa parrocchiale di Sant'Andrea. Conscio delle difficoltà della sua gente, volle inoltre aiutare i giovani del suo paese fondando una scuola per apprendisti mosaicisti che - anche se di breve durata - fu più tardi all'origine della creazione proprio a Sequals nel 1920 del Laboratorio e Scuola Mosaicisti del Friuli. Per vari motivi l’idea di questa scuola fallì ma venne sostituita nel 1922 dalla Scuola Mosaicisti del Friuli di Spilimbergo che tuttora forma giovani artisti del mosaico provenienti da tutto il mondo. Nei suo laboratori parigini (prima al n. 2bis di Rue Legendre e quindi al n. 47 di Rue Cardinet), il Facchina impiegò un numero consistente di persone, in maggioranza donne di origini friulane e sequalsesi che grazie a lui trovarono in Francia un impiego. Inoltre fu l’ispiratore dell’istituzione a Parigi, fra i sequalsesi che vi erano presenti, della Società Operaia di Mutuo Soccorso attiva negli anni 1871/1881. Giandomenico Facchina morì a Parigi il 26 aprile 1904 all'età di 78 anni. Fu sepolto al Père Lachaise, il cimitero degli artisti.
Tomba del Facchina al Cimitero del Père Lachaise a Parigi
ANTONIO FALCOMER (1908-1943)
Guardia di frontiera, medaglia d'argento al Valore militare alla memoria, caduto a Tarvisio il 9 settembre 1943:
Porta munizioni di squadra fucilieri, ferito ad una gamba da scheggia di bomba da mortaio, incurante dell'abbondante perdita di sangue rifiutava di portarsi al posto di medicazione pur di continuare nella lotta; accortosi che i tedeschi stavano per irrompere nella sua posizione, con coraggio veramente leonino e sangue freddo, li affrontava con bombe a mano e li teneva a bada finché una raffica di mitragliatrice lo fulminava. Fulgido esempio di eroismo e di profondo amor patrio.
G
GALILEA
La Galilea era una nave passeggeri della Adriatica Società Anonima di Navigazione costruita nel 1918 a Trieste. Con la seconda guerra mondiale fu riclassificata come nave ospedale e adibita al trasporto di parte del Battaglione Gemona della Divisione Julia. Nella notte tra il 28 e il 29 marzo 1942 venne silurata dal sommergibile inglese HMS Proteus, comandato dal Lt.Cmd. Phillip Steward Francis, presso l'isoletta greca di Paxo e affondò in quasi 5 ore. Sui 1.329 uomini (tra i quali 969 alpini) imbarcati ne sopravvissero soltanto 279. Gran parte di essi erano friulani e 3 provenivano da Sequals:
Silvano Zilli (1911-1942), professione mosaicista, era Sergente nell'8° Rgt. Alpini, Btg "Gemona",
Edoardo Odorico (1920-1942), professione commerciante, era Capitano maggiore dell'8° Rgt. Alpini, Btg "Gemona"
Antonio Cristofoli (1920-1942), professione manovale, era Caporale nell'8° Regt. Alpini, Btg "Gemona"
La nave Galilea prima della seconda guerra mondiale.
(da http://adriaticanavigazionevenezia.blogspot.it/2010_05_01_archive.html)
GIUSEPPE GARIBALDI (1807-1882)
Presidente onorario della Società di Mutuo Soccorso e di Istruzione di Sequals.
Generale!
In questo piccolo canto del Friuli abitato quasi per intero da operai che esercitano, nelle principali città dell’Italia, della Francia, del Belgio, con onore l’arte del mosaico per pavimenti, si è costituita fra i medesimi una Società di Mutuo Soccorso e di Istruzione, sopra solide basi e con veri principi di concordia. Nella seduta generale per la nomina degli Uffici ad una sola voce e per acclamazione Voi foste nominato Presidente onorario. Adempio con soddifazione al mandato di parteciparvi la nomima pregandovi di accettarla come una debole espressione dell’affetto che noi tutti nutriamo per Voi, e come manifestazione di gratitudine a chi ha tanto sacrificato per la patria.
La Società fa auguri per il Vostro benessere.
Avv. Olvino Fabiani
Vice-Presidente Società di Mutuo Soccorso e di Istruzione di Sequals
Caro Fabiani
Porgete una parola di gratitudine da parte mia alla Società vostra per il prezioso titolo di Presidente onorario con cui ha voluto fregiarmi.
Caprera 16 gennaio 1872
Vostro
G. Garibadi
M
ANNA MANDER-CECCHETTI (1832-1922)
Nata a Solimbergo fu giornalista e verseggiatrice. Nel 1910 pubblicò a Milano la raccolta di sonetti e poesie intitolata Tutta una vita (divisa in tre parti: Venezia, Friuli, Varie). Collaborò alle riviste "Ateneo Veneto" e a "Pagine Friulane". Sposò all'inizio degli anni '60 lo storico veneziano Bartolomeo Cecchetti direttore dell'Archivio della città lagunare che, per aver rifiutato di consegnare a Vienna, i documenti più preziosi dell'archivio venne arrestato e deportato a Trieste per quasi due mesi nel 1866. Fu in stretto contatto con le scrittrici liberali e patriottiche Ermina Fuà Fusinato, Caterina Percoto, collaboratrice della rivista “Caffè Pedrocchi”, Vittoria Aganoor e Luigia Codemo e padrona delle scuole municipali di Venezia.
MERIGGIO
Giunge il sole frastagliato
tra le fronde dei querceti;
mi sussurrano da lato
i mosconi irrequieti ,
ferve un mondo, sotto i faggi,
di formiche e scarafaggi.
Laggiù i pioppi del cammino
mi sorridon con cent'occhi;
fa il suo verso un uccellino
quasi presso a' miei ginocchi ,
stride e vola una pernice
rasentando la pendice.
Alla vita rigogliosa
onde il piede ha così bello,
par che guardi dispettosa
la rovina del castello,
dove ascose al raggio infido
fan le vipere il lor nido.
Senza nuvole risplende
il seren del firmamento,
tutto intorno non s'intende
voce d'uomo ne' d'armento ;
nessun alito vagante
non bisbiglia tra le piante.
Nel silenzio, come stanco,
si riposa tutto il bosco,
le farfalle un punto bianco
qua e là segnano nel fosco,
e fra l'ombre deliziose
par che pensino alle cose,
che maturin nel mistero
l'opra arcana della vita,
dove perdesi il pensiero
come in tenebra infinita,
come barca vagabonda
in un mar che non ha sponda.
MARIA CROCIFISSA MANDER-SATELLICO (1706-1745)
Figlia di Lucia Mander e di Pietro Satellico. Era anche nipote di Giovani Mander di Solimbergo che emigrò nel 1653 a Venezia dove Elisabetta Maria nacque il 9 gennaio 1706. Vive con i genitori nella casa dello zio materno, sacerdote che si occupa della sua educazione. Manifesta presto la predisposizione alla preghiera e il desiderio di entrare tra le Clarisse. A 14 anni, entra nel monastero di Ostra Vetere, nelle Marche, ma solo cinque anni più tardi le viene permesso di vestire l'abito religioso, cambiando il suo nome in Maria Crocifissa. Fa la professione religiosa il 19 maggio 1726 e si dedica alla preghiera vivendo anche fenomeni mistici. Viene eletta badessa del monastero e solo la decisione del vescovo la costringe a rinunciare alla guida delle Clarisse quando viene rieletta una seconda volta. Assume allora la carica di vicaria che esercita sino alla morte che la coglie, a 39 anni, l'8 novembre 1745, consumata dalla tisi.
l resti mortali della Beata Maria Crocifissa riposano ad Ostra Vetere in una cappella attigua alla chiesa di S. Lucia, nel luogo, dove ai tempi della Beata era situato il Parlatorio. Il 10 ottobre 1993, Maria Crocifissa Satellico è stata proclamata Beata da Papa Giovanni Paolo II. Viene celebrata l'8 novembre.
Beata Maria Crocifissa
LEONARDO E PIETRO MELOCCO
A Budapest, in Ungheria, Giovanni Battista Melocco (1812-1878), originario di Lestans, fu l’iniziatore di una saga familiare interamente fondata sul lavoro nel settore dell'edilizia e proseguita dai suoi 6 figli: Leonardo, Pietro (nato nel 1859), Luigi, Antonio, Abbondio e Mattia. I primi due partirono a loro volta molto presto come scalpellini in Ungheria e diedero vita a Budapest ad imprese di costruzioni che operarono in tutta l’area dell’Impero Asburgico, da Novi Sad a Praga.
All'inizio del '900 la ditta di Leonardo - che aveva studiato disegno e scultura all'Accademia della Belle Arti di Venezia e si era già dedicato in Croazia alla produzione di cemento e alla costruzione di ponti, turbine, fognature e chiuse sul Danubio e il Tibisco - contava 400 dipendenti stabili, numero che poteva salire fino a 4.000 in occasione di grandi appalti, la maggior parte dei quali era costituita da friulani. Tra le opere realizzate da Pietro (che nel 1884 fondò a Budapest la ditta "Fratelli Melocco") spiccano invece i lavori per il nuovo Parlamento di Budapest, i viadotti della ferrovia elettrica sul Danubio realizzati in cemento e pietra. Leonardo e Pietro si installarono in modo definitivo in Ungheria. Leonardo morì nel 1903 e fu sepolto nel Cimitero Monumentale di Budapest. Il terzo fratello emigrato in Ungheria, Abbondio, rientrò in Italia dopo la seconda guerra mondiale.
Uno dei discendenti del ramo rimasto a Lestans, Attilio Melocco, divenne Presidente della Società Operaia di Mutuo Soccorso di Lestans dal 1924 al 1945 mentre un discendente del ramo rimasto in Ungheria, Miklos Melocco, nato nel 1935 a Roma, è diventato uno scultore di grande fama con opere che decorano le più belle città del paese e un monumento che si trova nel Teatro Nazionale Ungherese, il Nemzeti Szinhàz.
Sotto Pietro Melocco - Accanto Attilio e Abbondio Melocco a Budapest (foto da Fotografia Memoria e Identità nell'emigrazione dallo Spilimberghese, CRAF, Spilimbergo, 2010)
FABIO MORA
Avvocato e patriota risorgimentale, partecipò con Garibaldi il 21 luglio 1866 alla battaglia di Bezzecca in Trentino durante la Terza Guerra d'Indipendenza. Ebbe la sua residenza nel settecentesco Palazzo Domini. Sposò Amalia Fabiani, nipote della contessa Barbara Fabiani Domini.
Garibaldi riorganizza le sue truppe a Bezzecca.
GIAN VINCENZO MORA (1870-1953)
Nasce a Sequals l'8 febbraio 1870, dall'avvocato e garibaldino Fabio Mora. Si iscrive al Regio Istituto di Belle Arti di Venezia dove consegue il diploma di disegno e architettura. Dopo un breve rientro a Sequals durante il quale si dedica allo studio della matematica, nel 1910 si trasferisce a Padova dove trova impiego come disegnatore del locomotive e di ferrovie. Dopodiché si reca a Milano alle dipendenze della ditta Breda di Sesto San Giovanni dove presto la sua opera nell'ufficio progetti macchine ed impianti elettrici.
Nel 1943 fa ritorno a Sequals e si dedica interamente all'astronomia ed in particolare allo studio delle tavole delle fasi lunari ed al calcolo delle effemeridi solari su un arco di tempo di oltre cinque secoli (1699-2199). Redige anche le tavole dei satelliti di Giove. La sua passione per l'astronomia risale alla sua gioventù. Già nel 1895 pubblica sull'Annuario Meteorologico di Venezia lo studio delle opposizioni di Marte dal 1800 al 1999 che riscuote grande fama a livello internazionale quando compare, assieme ai suoi calcoli sui tempi di sparizione dei satelliti di Giove, nel 1909 sulla pagine dell'Astronomische Nachrichten, il giornale scientifico più accreditato dell'epoca.
Il 24 febbraio 1901 osserva da Sequals la Nova Persei e ne informa il Capitano Isidoro Baroni, responsabile della rivista L'Astrofilo. Impressionato Baroni gli propone di collaborare alla rivista dove pubblica nel 1904 un articolo sulla stella variabile Algol.
La Società Astronomica del Messico gli assegna una medaglia d'oro per le sue "tablas de los satellites di Jupiter" pubblicate nel 1912.
Pubblica i suoi studi sulle più autorevoli riviste scientifiche astronomiche italiane e straniere tra cui L'Astrofilo, Le Bulletin de la Societé Astronomique de France, La Rivista di astronomia scienze affini e Coelum. Collabora con illustri scienziati astrofili del tempo quali Padre Francesco Denza, Giovanni Virginio Schiaparelli, Elia Millosevich, Camille Flammarion e sua moglie Gabrielle e Henri Poincaré. Muore a Sequals il 15 gennaio 1953.
L'International Astronomical Union gli dedicò un asteroide scoperto nel 1995 al quale venne dato il nome di 52480 Enzomora.
Gian Vincenzo Mora
(foto da Gian Vincenzo Mora - Astronomo sequalsese (1870-1952), Comune di Sequals, 1997)
ROMANO MORA (1827-1894)
Il sacerdote Romano-Andrea Mora fu Antonio nacque a Sequals nel 1827. Ottimo oratore, fu professore nel Seminario diocesano e ispettore scolastico del Distretto di Pordenone. Morì a Sequals nel 1894. Il suo imponente monumento funebre, con epitaffio in latino e opera musiva, si trova all'ingresso del cimitero sul lato sinistro del viale principale del campo santo.
PRIMO MORETTI (1908-1989)
Nasce a Lestans da Francesco Moretti e Antonietta Dal Cin. Pittore acquarellista, apprende molto giovane a Venezia l'arte della pittura, prima dal pittore Mario Brogi, quindi come assistente di Ettore Tito. Successivamente apre una bottega a Conegliano specializzandosi anche nella china, il pastello, l'olio,la tempera, il carboncino, la creta e la ceramica. E' presente nella collezione d'arte contemporanea della Pinacoteca Civica di Reggio Calabria. Muore nella città veneta il 4 dicembre 1989.
Uno dei suoi quadri rappresenta la casa dell'infanzia: Villa Savorgnan. Si segnala l'annotazione scritta dal pugno di Primo Moretti sul retro del dipinto che evoca il passaggio a Lestans di Silvio Pellico, precisando tuttavia che l'autore de Le mie prigioni fu condotto alla fortezza dello Spielberg nel 1821 e non nel 1849.
Villa Savorgnan, Lestans. Acquarello di Primo Moretti (Courtesy Walter Moretti)
O
ISIDORO (1842-1912) E ISODORE ODORICO (1893-1945)
I mosaicisti Isidoro (nato nel 1842) e Vincenzo Odorico (nato nel 1845), figli di Gian Battista Odorico e Giovanna Mongiat giungono in Francia per lavorare alle dipendenze del Facchina all'Opera di Parigi dove realizzano, in particolare, le decorazioni della volta dell'avant-foyer e quelle della rotonda degli abbonati. Dopo un breve passaggio a Tours, nel 1882 si installano in Bretagna con le loro mogli, sequalsesi pure loro, Margherita Carnera (zia di Primo) e Maria Quisi. Fondano a Rennes la loro ditta che si afferma subito nel settore del mosaico e nel 1897 vince la medaglia d'oro all'Esposizione delle Belle Arti e del Commercio di Rennes. L'apparire della corrente igienista alla fine dell'800 contribuisce allo sviluppo dell'uso del mosaico,facile da pulire, nelle piscine, i bagni e gli asili infantili. Il lavoro per la "Fratelli Odorico" non manca...
Dopo la morte di Isidoro nel 1912, la ditta passa nelle mani dei suoi figli nati in Francia, Vincent (1879-1934) che cura la gestione e le relazioni con i clienti e Isidore (1893-1945) che si occupa di concepire e guidare i progetti, e si specializza nella decorazione in stile art déco di edifici, hotel, poste, chiese, negozi, marciapiedi, piscine, bagni, ecc... Entrambi i due fratelli avevano frequentato l'Accademia delle Belle Art di Rennes, ma il più portato per l'arte era senza dubbio Isodore. Nel 1914, appena naturalizzato francese, egli parte per il fronte e viene fatto prigioniero nel sud della Germania, a Darmstadt, dove entra in contatto con l'Art Nouveau che mette in pratica al suo ritorno in Francia. Nel 1922 Isodore si sposa con Marcelle Favret, figlia di un altro mosaicista sequalsese, consolidando e sviluppando rapporti lavorativi in tutta la Bretagna. Negli anni Trenta l'azienda Odorico è la più importante dell'ovest della Francia (si contano lavori targati Odorico in 122 città nell'ovest dell'esagono francese da Dinard, a Saint Brieux, Cancale et Angers..) e Isidore può dedicarsi alla sua seconda passione, il calcio.
Calciatore nella squadra di Rennes tra il 1912 e il 1914 e, dopo la guerra, tra il 1918 e 1925, Isidore Odorico contribuisce a portare la sua squadra in finale della Coppa di Francia nel 1922. Successivamente diventa dirigente de lo Stade Rennais e inizia a reclutare giocatori in Europa Centrale, in particolare a Praga e Vienna. Diventa presidente della squadra nel 1931, rimanendo in carica fino al 1938, e partecipa all'istituzione del primo campionato professionista francese a cui Le Stade Rennais aderisce assieme ad altri 20 club nel 1932. A Dodor Odorico viene dedicato nel 1987 l'Ecole Technique che garantisce la formazione dei calciatori della squadra bretone.
Richiamato sotto le armi per breve tempo, Isodore muore nel febbraio 1945. Lascia per volontà testamentarie la sua casa ricoperta di mosaici al n. 7 du rue Joseph Sauveur alla città di Rennes. La moglie Marcelle rileva con un socio piastrellista la ditta che continuerà a lavorare fino al 1978 sotto il nome di Odorico et Janvier. Successivamente Pierre Janvier donerà al Museo della Bretagna gran parte dei disegni progettati dalla ditta Odorico (818 su 998 pezzi) durante i 96 anni della sua proficua storia.
Isidore Odorico, 1935 circa
Sotto, il libro edito in occasione della mostra "Odorico 100 ans de mosaiques" presentata al Museo della Bretagna per quasi un anno dal 2 aprile 2009 al 3 gennaio 2010. Nella foto a destra, i cinque girasoli stilizzati, simbolo della famiglia Odorico.
ODORICO ODORICO (1864-1925)
Odorico nacque a Santa Bona (TV) il 9 ottobre 1864. Dopo essersi laureato in Scienze Economiche, raggiunse Francoforte e si lanciò con il fratello Luigi nell'edilizia. Nel 1895, fondò la sua società. Rivoluzionò il settore edile con l' utilizzo del cemento armato di cui fu un precursore. Tra le sue opere nel 1892 il primo ponte sul Meduna (questo ponte venne sostituito da quello a tre archi tuttora esistente nel 1921) e successivamente il ponte di Pinzano iniziato nel 1903 e inaugurato nel 1906, considerato all'epoca come uno delle più belli d' Europa con le sue tre arcate.
Odorico Odorico non si limitò all'edilizia. Si rivelò all'avanguardia in molti altri settori. Fu il primo ad avere una macchina in paese e fu un pioniere dell' aeronautica. Si dedicò anche al positivismo e agli studi psichici. La sua fama di filantropo lo fece avvicinarsi al mondo della politica con lo scopo di aiutare al miglioramento delle condizioni sociali delle classi meno agiate: nel 1904 si presentò alle elezioni politiche e vene eletto nel mese di novembre deputato del mandamento di Spilimbergo-Maniago. Morì a Roma il 10-02-1925.
Una targa posta sulla base del monumento ai caduti di Sequals ricorda che l'On. Odorico contribuì alla sua erezione a ricordo dei figli Odorico e Maria.
Sotto una bella fotografia dell'Onorevole Odorico Odorico (Courtesy Enrico Odorico)
VINCENZO ODORICO (1859-1950)
Il Cav. Vincenzo Odorico, figlio di Domenico Odorico (1829-1889) e Clorinda Catarinuzzi, giunse a Copenhagen con il padre all'età di 14 anni nel 1873 per partecipare ai lavori di decorazione musiva della chiesa russo-ortodossa inaugurata nel 1883, anno in cui fondò la propria ditta. Vincenzo Odorico di occupò anche dei mosaici della Gliptoteca, della grande fabbrica di birra Carlsberg, del Municipio di Copenaghen, del Palazzo Reale, del Parlamento e dell’abbellimento della Piazza Amalienborg in porfido ornato. La sua notorietà in Danimarca era tale che nel 1908 il suo nome venne inserito nel Dansk Portraet Galleri, il Who’s who del Regno danese. Sposato con Cesira Patrizio (1870-1924), fece costruire per la sua numerosa famiglia (la coppia ebbe 11 figli) Ville Emma.
Sotto la copia personale del Dansk Portraet Galleri del "mosaikmester V. Odorico" del 1908 con la voce alle lettera O dedicata al Cavaliere.
P
PARROCI E SACERDOTI
Lestans
Parr. Bartolomeo Fabbro 1606
Parr. Victorio Trenas 1620-1640
Parr. Giovanni Alonisi 1640
Parr. Mattia Peresson 1650
Parr. Gio Domenico Piccini 1670-1708
Parr. Andrea Recurti 1708-1732
Parr. Ettore Abborghi 1732-1765
Parr. Giacomo Abborghi Fiume 1765-1767
Parr. Giobatta Bortolussi 1767-1782
Parr. Giovanni Maria Missana 1784-1794
Parr. Lorenzo Bellotti 1795-1814
Parr. Angelo Ongaro 1814-1821
Vic. Pasquale Bortolussi 1822-1823
Vic. Domenico Bianchi 1824-1830
Parr. Giobatta Cozzi 1838-1839
Parr. Gio Batt. Margarita 1840-1894
Capp. Elia D'Andrea 1847-1904
Parr. Luigi Brusadini 1894-1929
Parr. Antonio D'Andrea 1829-1938
Don Agostino Tassan 1938-1969
Don Genesio Francile 1969-1981
Don Ruggero Mazzega 1982-1992
Don Andrea Ruzzene 1992-2000
Don Roberto Sarti 2000-....
Li 9 novembre 1767. Il rev. Diacono Giacomo Abborghi di Fiume parroco di Lestans in età d'anni 31 per strano accidente avvenuto sul monte Turie' di Travesio e precisamente nel luogo denominato Selvas che guarda Campone, si trovava alla caccia e precipitò in una voragine, da dove estratto fu trasportato il di lui cadavere in Lestans. Tratto dalla Guida di Spilimbergo di Luigi Pognici
Sequals
Don Francesco Cedroni ...-1593
Don Giovanni Cisternino 1593-1629
Don Giacomo Carlesco 1629-1672
Don Michele-Angelo Calligaris 1672-1725
Don Ottavio Trieste 1726-1775
Don Domenico Spadari 1775-1779
Don Giuseppe Abelardi 1779-1791
Don Antonio Bortolussi 1792-1805
Don Gio.Batta Moro 1805-1806
Don Antonio Cremon 1806-1818
Don Gio.Batta-Felice Pellizzari 1818-1837
Don Pietro Colledani 1837-1861
Don Giuseppe Zanotti 1862-1885
Don Sante Rugo 1885-1930
Don Giuseppe Dalla Pozza 1931-1978
Don Dino Didoné 1978-...
Solimbergo
Don Giovanni Vedova 1778-1787
Don Leonardo Cozzi 1787-1819
Don Pietro Fabbrici 1819-1863
Mons. Pietro Comisso 1863-1920
Don Pietro Cozzi 1920-1938
Don Luigi Pessot 1939-1944
Don Luigi Cozzi 1944
Tomba di Don Pietro Cozzi, Cimitero di Solimbergo
Insediamento di Don Luigi Pessot nel 1939 (courtesy Carolina Mander)
GIOVANNI PATRIZIO RADIS
Mosaicista e imprenditore, fu uno dei primi sequalsesi all'inizio del '900 ad installarsi e fare fortuna negli Stati Uniti d'America. Fondò la sua ditta Patrizio Art Mosaic & Co a Pittsburgh. Rientrato a Sequals, si adoperò per abbellire il suo paese e in particolare il borgo San Nicolò dove abitava: sulla piazza fece costruire la nuova fontana delle rane (inaugurata nel 1934), fece restaurare il campanile della chiesetta del borgo e donò al comune un terreno da adibire a campo sportivo.
Sotto: la targa sul campanile della chiesetta di San Nicolò ricorda il benefattore Radis. Di fronte alla piazza San Nicolò, la casa dell'imprenditore con le sue iniziali GP sulla ringhiera del terrazzino.
ALICE PELLARIN-BRUNI (1894-1925)
Figlia di Teresa e Pietro Pellarin. Tra le opere che il cav. Pellarin lasciò alla comunità sequalsese ricordiamo l'asilo infantile che egli iniziò a edificare nel 1923. L'edificio fu completato nel 1924 e benedetto il 25 giugno 1925. Il mosaico che raffigura Alice Pellarin è stato realizzato da Andrea Crovatto. La donazione al comune di Sequals fu resa ufficiale con atto notarile nel 1927. Gli fu dato il nome di Alice Pellarin (l'unica figlia di Pietro) madre di due bambini, deceduta in giovane età a 31 anni.
CESARINA PELLARIN
Angelo Pellarin (1864-1938), detto il "Diaul" (il Diavolo) per il suo simpatico intercalare linguistico, cedette al Comune che intendeva costruire una piazza e un monumento ai caduti il terreno situato di fronte alla sua casa a patto che venisse data all'erigente piazza il nome di sua figlia Cesarina morta a Venezia poco più che diciassettenne nel 1920.
R
DIRCE ROSSI (1930-2005)
Titolare per molti anni del Bar Rossi, unico bar-edicola di Lestans, Dirce fu un'esponente del PCI e della CGIL locale. Venne chiamata la "pasionaria di Lestans" per la sua attiva partecipazione nella lotta contro l'inquinamento del cementificio di Travesio dal 1971 al 1976, organizzando nel suo locale il Comitato di lotta contro il cementificio e dirigendo i picchetti e le manifestazioni davanti allo stabilimento della Friulana Cementi.
Vedere il paragrafo dedicato alla lotta contro il cementificio: http://www.sequalstorie.it/lestans/
S
SINDACI E PODESTA'
Podestà antichi:
1606 Leonardo Avon
1641 Andrea Patrizio
1698 Battista Pellarin
1700 Antonio Cristofoli
1708 Giacomo Facchina
1720 Giovanni Del Turco
1721 Francesco Pellarin
1722 Giacomo Facchina
1723 Antonio Pellarin
1752 Antonio Cristofoli
1758 Antonio Di Pasqual
1759 Giacomo Da Prat
1769 Gio Domenico Carnera
1795 Gio Batta Di Catti
Sindaci:
1802 Gio Batta Carnera
1812 Gio Angelo Domini
Dall'annessione all'Italia
Sindaci:
1867 Olvino Fabiani
1875-1878 Giovanni Odorico
1878-1889 Francesco Cristofoli
1890-1895 Antonio Belgrado
1895-1896 Osvaldo Odorico
1896-1908 Marco Ciriani
1909-1910 Fabio Mora
1911-1915 Giuseppe Carnera
1916 Leonardo Agosti
1917-1922 Giulio Ciriani
Podestà:
1922-1925 Pietro Pellarin
1926-1945 Gino Zanelli
Sindaci:
1945-1946 Iginio Toson
1946-1956 Timoleone Patrizio
1956-1964 Valentino Tramontin
1965-1970 Vincenzo Faion
1970-1995 Giacomo Bortuzzo
1995-2005 Gianpiero Blarasin
2005-2010 Francesca Piuzzo
2010-2012 Enrico Odorico
2012-2013 Commissario Claudio Colussi
2013-2018 Lucia D'Andrea
2018......... Enrico Odorico
Z
MATTIA ZANIER "Anez" (1924-1945)
Partigiano. Brigata "Ippolito Nievo". Fucilato a Grizzo di Montereale il 10 marzo 1945.
Nobile esempio di lealtà, di fierezza, di coraggio, di solidarietà famigliare e di alto senso di responsabilità. Per salvare i suoi famigliari da possibili rappresaglie, si presentava ai nazifascisti pur sapendo del rischio cui andava incontro, e affrontava serenamente la morte.
Lapide di Mattia Zanier "Anez" nel cimitero di Sequals
Targa a ricordo di "Anez" (Courtesy Antony Corazza)
OLBRAM ZOUBEK (1926-2017)
Celebre scultore ceco che abitò e lavorò nella casa che precedentemente apparteneva al Commendatore Giovanni Ciani in Salmovska 7 a Praga. Fu assunto come apprendista nel 1933 da Edoardo Ciani (nipote di Giovanni).
Nel gennaio 1969 Zoubek realizzò di nascosto dalle autorità politiche e militari la maschera mortuaria dello studente Jan Palach, ora esposta presso la Facoltà di Filosofia di Praga, e successivamente il monumento a tutte le vittime del comunismo. Le sue opere sono presenti nella Galleria Nazionale di Praga e in molte collezioni private sia in Repubblica Ceca che in Europa e negli Stati Uniti.
Nel suo studio conservava una fotografia d'epoca che ritraeva Giovanni e Geltrude Ciani mentre osservano dal terrazzo i loro operai nel cortile. Il cortile, un tempo riempito di lastre di marmo e pietre, oggi conserva le bellissime statue di Zoubek.
Olbram Zoubek è deceduto all'età di 91 anni il 16 giugno 2017.
Sotto la fotografia, di proprietà di Olbram Zoubek, che ritrae Giovanni e Geltrude Ciani sul terrazzo nel retro della loro casa a Praga. Oggi dietro le opere di Zoubek si intravede lo stesso terrazzo.
Sopra il portone d'ingresso all'edificio al n. 7 di Salmovska è stata restaurata tra il 2012 e il 2013 l'insegna G. CIANI con le lettere dorate che ricordano ancora oggi il vecchio proprietario.