ARTE E STORIA

ANCONE 

Le ancone vennero edificate nelle campagne con lo scopo di offrire ai contadini riparo dal caldo e dalla pioggia oltre che un momento di elevazione spirituale durante le lunghe giornate di lavoro. Venivano usate anche come sosta per le preghiere durante le rogazioni cioè le processioni rituali realizzate in primavera lungo i sentieri di campagna per invocare la protezione contro i fulmini, la grandine e il mal tempo in generale. Alcuni affreschi (i più antichi risalenti al '700) giunti fino a noi sono di mirabile fattura.

(I testi descrittivi sono tratti dai pannellini illustrativi installati davanti agli edifici) 

Ancona Cantando, Sequals

L'ancona Cantando è stata costruita in memoria di Vincenzo Odorico: il cippo sul quale poggia la croce all'esterno reca l'iscrizione "Memoria di V.O (Vincenzo Odorico) Cantando 1929. All'interno un quadro con la "Madonna dell'Ulivo e della pace" e uno dedicato alla memoria del soldato Antonio Falcomer (medaglia d'argento al valore militare) caduto nel 1943.


Ancona da Vies, Sequals

L'ancona sorge in una zona agricola occupata fino ad alcuni anni fa da una palude ora bonificata. Alle parete vi era un affresco raffigurante San Giovanni Battista. L'ancona presenta sulla sua volta d'ingresso una data: 1738


Ancona della Madonna delle Meseres, Lestans

Quest'ancona, probabilmente del XVIII secolo, custodisce alcuni resti di affreschi rappresentanti la Madonna e dei Santi che risalgono al 1770. Si pensa che il nome derivi dalla presenza nelle sue vicinanze di un deposito di sassi depositati dopo la bonifica dei terreni circostanti. 


Ancona di Via Verdi, Lestans

 


Ancona Foscarini, Sequals

Gli affreschi dell'ancona rappresentano Maria incoronata regina da due angioletti affiancata da Sant'Antonio da Padova e Sant'Andrea, patrono di Sequals. Sulla volta viene raffigurato Dio. 


Ancona Gambarel, Lestans

La denominazione Gambarel corrisponde al sopranome della vecchia famiglia Gargnelli proprietaria del terreno sulla quale sorge quest'ancona risalente al XVII o XVIII secolo. E' stata affrescata nel 1773 con immagini devozionali rappresentanti San Valentina, San Giovanni Battista, la Madonna con Bambino, San Giuseppe, San Pietro e San Domenico. 


Ancona Parco Loi, Lestans

L'ancona sorge nell'area verde dell'ex Parco Loi, ora parco Unità d'Italia. Si pensa sia legata a Villa Savorgnan. Non esiste documentazione sull'anno di costruzione o sul santo al quale era dedicato. La nicchia sulla facciata esterna è stata tuttavia affrescata con un moderno San Francesco.


Ancona Pellarin, Sequals

L'ancona della zona detta Braer fu fatta costruire dal mosaicista Vincenzo Pellarin (1859-1948) al suo ritorno a Sequals dagli Stati Uniti nel 1930. Era utilizzata come sosta durante le rogazioni.   


Ancona Pischiutta, Lestans

Il nome dell'ancona si rifà a quello del proprietario del terreno sul quale sorge. Edificata nel XIX secolo, nel suo interno un piccolo altare dove si pensa fosse collocata una statua.


Ancona della Madonna Nera, Solimbergo

Inizialmente dedicata a Sant'Espedito, fu più volte ricostruita, in particolare dopo la prima guerra mondiale e dopo il terremoto. Si deve l'attuale ancona alla SOMSI di Solimbergo. Al suo interno una statua in ferro del medunese Duilio Canderan ripete dodici volte il profilo di una madonna nera. Sotto il tetto le scritte in mosaico Virgo Universalis e Vitam Praesta Puram realizzate da Vincenzo Avon.


Ancona di Sant'Antonio, Lestans


Ancona di Santa Teresina del Bambin Gesù

L'ancona chiamata anche delle Centis, fu costruita dopo la prima guerra mondiale a protezione della gioventù del paese. Venne ristrutturata dopo il terremoto da Osvaldo Crovato.  All'interno nella nicchia una statuetta della Madonna. 


Ancona di Santa Fosca, Solimbergo

Ricostruita nel 1832 sullo spazio dove sorgeva la prima chiesa di Solimbergo, fu luogo di sosta per i pellegrini e gli zingari. All'interno sono raffigurati la Crocifissione, sulla volta Gesù risorto e sulle pareti laterali Santa Fosca, Sant'Antonio, Sant'Apollonia e San Giuseppe col Bambino.


Ancona di San Zeno, Lestans

Risalente al XVII secolo, l'ancona è dedicata a San Zeno, il protettore dei pescatori: sul terreno dove è stata edificata terminava la palude e il bacino d'acqua esistente prima della costruzione della galleria di scolo sulla collina. Gli affreschi visibili risalgono al 1770.



CASTELLO DI SOLIMBERGO

Il suffisso -berg lascia chiaramente intendere l' origine tedesca di questo castello la cui prima notizia scritta risale ad una bolla di Urbano III del 1184 che cita tra l' altro anche la "villa di Sequals con 50 masi e più e con il castello presso il quale vi è la chiesa di San Daniele". Successivamente, da un atto del 1196, si viene a sapere che Almerigo di Castelnovo e la moglie Vigland diedero al Vescovo Romolo 10 masi in cambio di una metà del colle posto a ridosso di Subcollibus (Sequals) affinché potessero portare a termine la costruzione già iniziata del Castello di Sonenberg (Monte del Sole) o Schonenberg (Monte Bello), da cui Solimbergo. Nel '200, la famiglia di nobili che ne entrò in possesso ne prese il nome.

Il castello di Solimbergo, come del resto tutti quelli della Pedemontana (Toppo, Meduno, Castelnovo, Pinzano...) vene quindi costruito, verso la prima metà del XII secolo, su una sommità collinare in modo da controllare la pianura sottostante e l' area agricola che competeva al signore feudatario (nel 1366 tale zona si estendeva dalla riva destra del Meduna fino al colle di San Zenone e dalle paludi di Solimbergo fino alle campagne di Istrago), le vie di comunicazione commerciali e soprattutto, in questo periodo di forti turbolenze politiche e religiose, le vie di comunicazione militare. Anche i Solimbergo presero parte alla diatriba che opponeva la Chiesa Romana e l' Impero Germanico schierandosi nettamente a favore di quest' ultimo andando così incontro alla confisca dei loro beni e al bando. Nel Trecento, il castello passò in mano alla famiglia dei Flascheberg (originari della Carinzia che in seguito presero il nome di Belgrado), poi a un ramo dei signori di Flagogna e per finire nel 1384 ai signori di Spilimbergo che ne furono i proprietari fino alla seconda metà del '500 data alla quale si pensa risali il totale abbandono della struttura.

 

Sembrerebbe che, secondo un atto del 1401 redatto in occasione di una divisione, oltre alla chiesa dedicata a San Daniele, di cui però nessuno sa se fosse situata all'interno o all'esterno della cinta muraria, poiché non ne rimane alcuna traccia, il castello comprendesse anche "una casa grande con pergoluzza, una casa nuova, una torre, una cisterna e un molino". Il lavoro di logorio del tempo e soprattutto quello di distruzione dei vari terremoti che si susseguirono lungo questi ultimi secoli contribuirono a radere praticamente al suolo questo tipico esemplare di architettura medievale del quale rimanevano fino a poco tempo fa solo alcuni miseri ruderi: la torre perfettamente quadrata (5x5m) che all'apogeo della storia del castello si innalzava fieramente con i suoi muri spessi 1,40m, fino a 12 metri dal suolo venne quasi completamente distrutta dal sisma del '76; del massiccio muro di cinta (lungo 120 metri e spesso in certi punti fino a 80 cm) rimanevano parzialmente in piedi soltanto pochi metri e in particolare la parte rivolta a sud con una apertura ad arco che serviva allora di porta d'ingresso; il pozzo ancora visibile alla fine del '800 venne allora nascosto con dei sassi per evitare a chiunque il rischio di cadervi e la vegetazione sempre più folta e indomabile finì col ricoprire quasi interamente le ultime rovine che sembravano destinate a rimanere tali finché l' amministrazione comunale di Sequals decise di avviare, grazie a dei finanziamenti regionali e in parte anche comunali, una serie di campagne archeologiche di recupero e ristrutturazione al fine di riportare alla luce la cinta muraria dando così un idea dell' aspetto perimetrale del castello.



CHIESE

(Le notizie relative alle chiese di Lestans sono tratte da: Agnese Goi e Paolo Goi, Le chiese di Lestans, Deputazione di Storia Patria per il Friuli, Udine, 2013)

 

Chiesa parrocchiale di Sant'Andrea, Sequals

I lavori di costruzione della nuova chiesa in stile neoclassico a una sola navata iniziarono nel 1740. Nel 1775 fu alzato il campanile in pietra alto 35 metri perché secondo il capomastro che dirigeva i lavori "il suono dei suoi bronzi doveva giungere agli abitanti di Solimbergo". Il campanile fu dotato già prima del 1800 di un orologio con carico a mano, uno dei primi modelli di orologi per torri campanarie, della ditta Fratelli Solari di Pesariis. Nel 1880 sotto la guida di Giandomenico Facchina è stata costruita la gradinata di accesso alla chiesa. All'interno un fonte battesimale del Pilacorte (1497), un grande altare marmoreo con ai lati del tabernacolo le statue degli apostoli Pietro e Andrea, le pitture dell'udinese Mario Sgobaro che raffigurano la vita di Sant'Andrea, l'organo di Beniamino Zanin di Camino al Tagliamento del 1899, una tela raffigurante la Madonna con Bambino e i santi Urbano e Bartolomeo di Carlo Gaspari del 1785, la pala con i santi Sebastiano, Apollonia e Rocco attribuita a Giuseppe de Gobbis del 1787.

I mosaicisti locali abbellirono la chiesa con le loro opere: Gino Avon realizzò la Via Crucis in mosaico, il Facchina decorò il pavimento del coro nel 1901 mentre Pietro Pellarin e Giobatta Tossut realizzarono gli ovali con San Pietro, Gesù in Croce e la Madonna, il Sant’Andrea è di Piergiorgio Patrizio. L'annunciazione nel catino absidale, su bozzetto di Antonio Boatto, è stata realizzata da Sergio Pastorutti ed Elisabetta Carubia sotto la guida del Maestro Rino Pastorutti. Le pretelle ai piedi dei quattro altari laterali sono di Valentino Cristofoli (quelli davanti), e di Nino Bergamasco (quelle di dietro).

Sulla facciata esterna sono stati installati, nel 2021, la Madonna Orante (o Madonna del Segno) di Piergiorgio Patrizio e Ferdinando Di Floriano, in stile bizantino su sfondo dorato con le vesti della Madonna in blu (simbolo della divinità) e in rosso (simbolo della carnalità) e nel 2022 il Sant’Andrea di Rino Pastorutti sulla facciata esterna corrispondente all’abside per consentirne la visione della Piazza. 


Oratorio di San Canciano, Cimitero di Lestans

L'oratorio, ricostruito nel corso del XVII secolo, sorge sulle rovine di una chiesetta medievale di cui si hanno notizie fin dal 1380. Nel 1847 nell'area circostante (ricca di ritrovamenti archeologici  di epoca romana conservati a Villa Savorgnan) venne trasferito il cimitero di Lestans. 

All'interno un'acquasantiera del 1660 e le stazioni della Via Crucis in terra cotta che ricordano alcuni episodi della storia del paese dalla sottomissione dei contadini ai signori feudali, al lavoro dei campi, l'emigrazione e l'inquinamento del cementificio. 


Oratorio di San Giuseppe, Lestans

Sorto sulle rovine di una precedente ancona all'incrocio di tre strade nel corso dell'800, l'oratorio viene consacrato il 19 marzo 1873. L'altare è stato realizzato con pietra estratta dalla cava del colle di Lestans dallo scalpellino locale Valentino di Luigi del Fabbro, mentre Marta Polli è l'autrice del Giuseppe col Bambino che vi troneggia.


Chiesetta di San Nicolò, Sequals

Costruita nel 1200 (Luigi Pognici la fa risalire al IX secolo), fu consacrata nel 1534. Il portico, dalla copertura in tegole, è sorretto da otto colonne. Il portale con dodici teste di cherubini è stato realizzato da Antonio Pilacorte attorno al 1503. L'artista realizzò anche la balaustra del presbiterio e l'altare che il sacerdote Giacomo Carnera, titolare della cappella, fece sostituire nel 1847 con un'altro proveniente da una chiesa veneziana. Nel 1567 Marco Tiussi di Spilimbero affrescò il coro, intonacato sempre nel 1847 dal Carnera. I lavori di restauro della chiesa dopo il terremoto del '76 fecero riaffiorare alcune parti degli antichi dipinti che rappresentavano alcuni santi e martiri tra i quali Agnese, Barbara, Caterina d'Alessandria e Dorotea. Sui lati due altari dedicati a San Floriano e San Valentino con due tele di Gaspare Narvesa risalenti al 1601 che rappresentano anche scene tipiche della vita contadina friulana dell'epoca. 

 


Chiesetta di San Pietro, Sequals

Edificata accanto a Palazzo Domini, la chiesetta risale alla metà del '700.  Sulla facciata esterna le statue di San'Antonio e Santa Rita; all'interno quattro statue in marmo di Carrara raffigurano i quattro Evangelisti mentre due opere musive di Giuseppe Mazzioli ricordano San Pietro e San Marco. Il campanile è dotato di due campane del XVI secolo appartenute alla chiesa di un castello della famiglia dei Torriani. Dopo la morte dell'ultimo conte Domini, la chiesa passò alla famiglia Fabiani che alla fine del '800 la diede alla parrocchia a condizione che fosse restaurata.


Chiesa parrocchiale di Santa Maria Maggiore, Lestans

Situata all'interno del antico borgo fortificato, la chiesa di Santa Maria di Lestans viene menzionata come plebem de Lestans de Soccole nella bolla di Papa Urbano III (1186). Fino all'800 rimase legata alla pieve di Travesio. L'attuale struttura a tre navate è il risultato dei lavori di rifacimento eseguiti tra il 1810 e il 1825. Gli affreschi delle pareti e della volta del coro dipinti tra il 1531 e il 1551, che riprendono scene dell'Antico e del Nuovo Testamento e della vita di Vergine Maria, sono di Pomponio Amalteo, genero de Il Pordenone inizialmente incaricato dei lavori. Il fonte battesimale in pietra scolpita risale al XVI secolo. La sua copertura lignea è stata decorata all'inizio del '700 dal pittore locale Valentino Belgrado che eseguì vari altri lavori all'interno della chiesa, a partire dal restauro degli affreschi dell'Amalteo nel 1705. L'altare maggior in marmo bianco è stato realizzato tra il 1755 e il 1758 dai gemonesi Sebastiano e Giacomo Peschiutta. I due angeli dei piedistalli laterali sono attribuiti allo scultore trevigiano Andrea Comin e furono acquistate probabilmente a Venezia nel 1811. Il terremoto del '76 provocò il crollo del tetto della navata destra e danni ingenti agli affreschi e all'altare maggiore. I lavori di ricostruzione hanno riportato alla luce la sacristia e l'antico cimitero. La chiesa, mirabilmente restaurata, è stata riaperta al culto e inaugurata il 16 agosto 1981.


Chiesa parrocchiale dei Santi Nomi di Gesù e Maria, Solimbergo  

Costruita tra il 1760 e 1763, fu aperta al culto nel 1766 e eretta a chiesa parrocchiale nel 1778. I mosaici della facciata che rappresentano la Madonna della Stella e i Santi Pietro a Paolo furono seguiti da Andrea Avon nel 1911. All'interno una pala del 1873 di Giulio Carlini raffigurante la Madonna con il Bambino, l'Evangelista Giovanni e Santa Fosca. L'affresco settecentesco del soffitto è di autore ignoto.


Chiesa di San Zenone, Lestans

Costruita alla fine del XIII secolo sui resti di un primo edificio risalente molto probabilmente all'alto medioevo sul colle dedicato a San Zenone, vescovo di Verona nel IV secolo e protettore dei pescatori di acqua dolce, la chiesetta viene nominata fin dal 1289 in un lascito testamentario di Enrico di Lestans. L'attuale oratorio, edificato a partire dalla seconda metà del XIV secolo e consacrato nel 1551, è costituito da un piccolo atrio con tetto a capanna. Sopra la porta d'ingresso è stato dipinto nel XVI secolo lo stemma dei Savorgnan. All'interno una navata unica con copertura a capriate, un'abside quadrata con volta a vele e arco d'ingresso gotico, un locale adibito a sacrestia costruita nel XVII secolo come le finestre laterali. Durante la prima guerra mondiale pare che la chiesa fu adibita a deposito di materiale bellico e la campana fu rimossa. Abbandonata e preda a vandali, fu restaurata nel 1971-72. In occasione del Giubileo e in sostituzione di quella che era stata asportata all'inizio del secolo, la chiesetta di San Zenone è stata dotata di una nuova campana, acquistata con i proventi della Festa del 1 Maggio e con offerte varie, sulla quale venne incisa la dicitura “Parrocchia S.Maria Assunta – SOMSI – AFDS – ANA”.  



FONTANE

Fontana del giardino Del Turco, Sequals

Il terreno, sotto la chiesa parrocchiale, sul quale sorge questo giardinetto è stato donato dalla signora Agnese Del Turco Carnera al Comune di Sequals nel 1958. Nel centro una vasca circolare in pietra rivestita all'interno da smalti azzurro. Alla destra del giardino è visibile un mosaico che raffigura la Madonna della Vittoria a ricordo della prima guerra mondiale.

Nel 2016 la fontana è stata completamente rinnovata grazie al lavoro dei volontari Riccardo Bergamasco, Alfio Collesan, Mario Carnera, Giannino Rizzetto e Gilberto Rosset, sotto la guida di Piergiorgio Patrizio e di Marcello Foscato. E' stata intitolata a Adelina Durat e a tutte le vittime del terremoto del'76


Piazza Fontana, Sequals


Fontana Piazza Pellarin, Sequals

Secondo il sacerdote Monsignore Giuseppe dalla Pozza autore del libro "Sequals - Testimonianza di Fede e di Opere", la fontana situata all'inizio della Piazza Cesarina Pellarin decorata con soggetti acquatici (pesci, meduse cavallucci marini, corali) fu realizzata nel 1954 da giovani che allora frequentavano la Scuola di Mosaico di Spilimbergo. 


Fontana delle Rane, Piazza San Nicolò, Sequals

Realizzata grazie allo finanziamento dell'imprenditore Giovanni Patrizio Radis che aveva fatto fortuna all'inizio del '900 a Pittsburg negli Stati Uniti e inaugurata nel 1934, all'origine si trovava in una posizione più centrale rispetto ad oggi. Fu spostata alla destra della Piazza San Nicolò (guardando la chiesetta) nei primi anni '70 e restaurata nel 2001 da un gruppo di volontari che modificarono la parte idraulica interna facendo si che il getto d'acqua esca dalla bocca della rana. Una targa ricorda che la fontana è stata "comedada dai amigus dal borc da le'ranes e da la Comunitat". 


Fontana, Piazza di Solimbergo


MONUMENTI

Monumento ai Caduti, Lestans

Inaugurato assieme all'adiacente asilo nell'ottobre 1927, il monumento ai Caduti di Lestans, retto da quattro colonne di marmo rosso, è costituito da una piccola cappella sulla cui facciata vengono riportati i nome dei caduti della Grande Guerra e i luoghi in cui  morirono nonché i nomi degli sfortunati civili che furono colpiti a morte durante i terribili giorni di novembre e dicembre 1917. Dopo la seconda guerra mondiale vennero incisi anche i nomi dei soldati morti tra il 1940 e 1945 e quelli dei dispersi. La cappella viene tuttora utilizzata per una funzione sacra il giovedì alle 17 (alle 18 in estate) e durante il periodo invernale anche il lunedì, mentre l’insieme della struttura viene custodito dalla Società Operaia i cui soci assicurano volontariamente la manutenzione. 


Monumento ai Caduti, Sequals

Si deve il disegno del monumento ai Caduti di Sequals ad Egidio Carnera. Sui 4 lati dell'obelisco che rappresentano i 4 anni di guerra dal 1915 al 1918, i mosaici di Pietro Pellarin, Vincenzo Odorico, Luigi De Candido e Luigi Pasquali raffigurano una palma che svetta verso l'alto, simbolo del sacrificio, una madre che offre alla patria il suo amore, un giovane che stringe la bandiera, un soldato che offre la sua vita e la stella dell'eroismo. Sulla cima una lampada votiva arde perennemente. Fu inaugurato il 25 giugno 1925 e benedetto dal Vescovo Mons. Luigi Paulini.


Monumento ai Caduti, Solimbergo



VILLE E PALAZZI

PALAZZO COMUNALE, SEQUALS - LA CJASA DAL DIAUL (La Casa del Diavolo)

Casa di Angelo Pellarin detto il Diaul.

La greca che si può vedere in alto è la copia delle decorazioni realizzate da Gian Domenico Facchina per il Trocadero di Parigi costruito per l’Esposizione Universale di Parigi del 1878 e demolito per lasciare spazio al nuovo edificio inaugurato nel 1937. All’interno dei pregevoli pavimenti con la caratteristica fascia a “cane corrente”.

Il rosone installato davanti alla casa, oggi sede municipale, è opera di Giulio Candiusso (insegnante e responsabile artistico della Scuola Mosaicisti del Friuli), realizzata con la collaborazione degli studenti della stessa Scuola. Composto da due facce: da un lato una cromatura composta da diverse sfumature di grigio con linee e segni banchi, dall’altro lato uno sfondo verde e marrone con linee chiare.


PALAZZO DOMINI, SEQUALS

Dimora della famiglia Domini originaria di Sauris e presente a Sequals prima del 1680. Il Palazzo fu costruito dal conte Pietro Domini nel 1703. Nell'adiacente chiesetta dedicata a San Pietro fu installato un dipinto su tela attribuito a Il Tiziano raffigurante l'apostolo. Si dice che il conte Angelo Domini (morto nel 1865) l'avrebbe venduta  e sostituita con una copia "tanto simile che i suoi famigliari non si accorsero del cambio" (Luigi Pognici). Nel sottoportico d'ingresso un busto bronzeo di Primo Carnera. Per decenni è stato sede del Municipio. Di gran pregio le pitture en trompe l'oeil all'interno della casa natale dell'astronoma Gianvincenzo Mora. 


VILLA CARNERA, SEQUALS

Quando Primo Carnera decide di costruire la sua casa non ha ancora vinto il campionato del mondo però è già molto celebre e ricco. È professionista da appena quattro anni ma le sue vincite si sono moltiplicate esponenzialmente vittoria dopo vittoria. Da una base iniziale di 1.000 franchi per la prima vittoria, arriva in poco tempo a guadagnare 1.500 sterline (pari a 150.000 lire dell’epoca) ad incontro. Veste elegantemente e su misura (non potrebbe andare diversamente visto la sua taglia), possiede una bellissima macchina americana (una Crysler Imperial), vive in hotel di lusso e viaggia sempre in prima classe. Vive a contatto dell’alta società e non ha difficoltà a colloquiare in italiano, francese e inglese con miliardari o con il principe del Galles (il futuro re Edoardo VIII) con il quale viene fotografato a cena. Nel frattempo Primo si è anche occupato della sua cultura e ha imparato ad apprezza la poesia, la letteratura e la bellezza in generale.

Dopo una tournée massacrante che lo vede combattere 24 volte, perdendo solo un incontro, e partecipare a decine di esibizioni, nel 1932 manifesta la volontà all’amico sequalsese Ruggero Grandis (ragioniere e segretario comunale di Fanna) di acquistare un terreno per edificarvi una casa. Grandis lo mette in contatto con Luigi Plateo, ingegnere fannese, uno tra i primi friulani a laurearsi in ingegneria al Politecnico di Milano che pensa immediatamente a Mariano Pittana, suo giovane cognato, studente all’Istituto Superiore di Architettura di Venezia per i lavori: mentre Pittana progetta la casa, Plateo si occupa delle strutture e della direzione dei lavori. Il risultato finale rispecchia in pieno le menti di Carnera, Pittana e Plateo: tre uomini giovani, sportivi, attratti dal modernismo e dal lusso.      

Si tratta in effetti di una casa, per l’epoca, “favolosa” in stile liberty dove si ritrovano anche tanti stili diversi di architettura: dal neogotico, al neo-rinascimentale, dal neo-barocco fino all’architettura razionalista in voga in quelli anni che vede palazzi e case funzionali, delle forme geometriche pure, fatte di cemento armato, vetro e acciaio senza ornamenti inutili. La casa si ispira essenzialmente allo stile anglossasone. È raffinata e allo stesso tempo moderna, in anticipo di 30 o perfino 40 anni rispetto alle case tradizionali friulane. Per la prima volta in Friuli una casa viene dotata di saracinesche, di porte scorrevoli, di due bagni, di una camera per gli ospiti dotata di lavabo, armadi a muro con accensione automatica della luce, una cucina indipendente dalla sala da pranzo, un salotto molto intimo, uno studio, l’alloggio per la servitù, un semiinterrato, la luce elettrica e il riscaldamento in tutte le stanze.

Non dimentichiamo che si tratta anche della casa di uno sportivo che necessitava di uno spazio per allenarsi. Viene quindi costruita una palestra con un ring all’americana (con le stesse misure di un ring regolare) con quattro colonnine di ferro che servono a tendere le corde e alcuni attrezzi ginnici come il vogatore o il sacco da pugile, uno spogliatoio con bagno e doccia. Sulla facciata spicca la scritta “mens sana in corpore sano” e due leoni sotto i quali sono visibili due sfere terrestri con tutti i continenti in mosaico. Alla destra della palestra, Primo Carnera fa costruire un garage per la sua lussuosa macchina con due ingressi, uno davanti e uno sul retro, per consentirgli di entrare e uscire senza fare manovre. Come un’autorimessa professionale, il garage è dotato di una buca per effettuare i controlli del motore, dei freni o altri elementi della macchina. Oggi questo spazio viene utilizzato come sala conferenze e video.

 

Villa Carnera e la Palestra negli anni Ttenta


VILLA CIANI, LESTANS

La villa che il Commendatore Giovanni Ciani aveva fatto costruire come suo buen retiro a Lestans è dedicata - come lo indica la scritta sulla facciata centrale, che termina con un timpano, posta sopra il terrazzino che sovrasta il portone d'ingresso - all'amata consorte Geltrude ed è divisa in due parti ben distinte: la casa padronale in stile liberty su tre livelli con un'elegante terrazza in pietra scoperta accessibile dal terzo piano che guarda il parco mentre sulla parte nord si indovina una terrazza panoramica coperta (ora la stanza è circondata su tre lati da una bellissima vetrata) e la parte di pertinenza contadina con gli spazi dedicati alle stalle e ai fienili. Oggi la Villa è sede della Biblioteca di Sequals e di quella del CRAF, Centro Ricerca Archiviazione della Fotografia di Spilimbergo (www.craf-fvg.it).

Le foto in bianco e nero fanno parte del Fondo Geltrude Ciani, depositato presso la Biblioteca di Lestans


VILLE ODORICO, SEQUALS

Il casato degli Odorico è uno fra i più antichi e ricchi di personaggi di Sequals. Si distinsero per il loro lavoro nell'edilizia e nel mosaico in tutta Europa dalla Croazia all'Ungheria e Romania, dalla Germania alla Francia, dall'Olanda al Danimarca spingendosi fino negli Stati Uniti d'America e il Canada. Alcuni esponenti della famiglia fecero fortuna e costruirono a Sequals eleganti ville, tutte situate in una mirabile posizione sul pendio del Belvedere di Sequals verso il Meduna nei pressi della Casa Toppana, l'antica casa colonica del vecchio Giovanni Battista Odorico (capostipite della famiglia), demolita all'inizio degli anni Cinquanta, che si trovava esattamente nel posto in cui oggi l'albergo Belvedere..

VILLA ROSMUNDA

Costruita alla fine dell'Ottocento, fu una delle prime case in cemento armato in Friuli. L'Onorevole Odorico Odorico (1864-1925) le diede il nome della moglie Rosmunda nata Tramontin. Fu anche chiamata Villa Henriette dal nome della moglie di uno dei successivi proprietari.

VILLA EMMA - VILLA JOHANNA - VILLA PAOLINA

Il Cav. Vincenzo Odorico (1859-1950) fece costruire per la sua numerosa famiglia Villa Emma, mentre Luigi Odorico diede alla sua casa il nome della moglie Johanna nata Wortmann. Una fotografia scattata il 3 ottobre 1906 con parenti e amici davanti alla Villa  ricorda le nozze d'argento di Luigi e Johanna.

Citiamo anche Villa Paolina (Muller, 1871-1944) dal nome della moglie di Pietro Odorico (1861-1920) figlio del Cav. Odorico Odorico (1824-1874) e nipote di Gio Batta (1799-1857) e della Baronessa Domenica Odorico (1804-1864).

Le cartoline delle Ville Odorico sono state trovate sul web


VILLA SAVORGNAN, LESTANS

Costruita nella seconda metà del '500 fu residenza estiva dei Conti di Savorgnan e sede giuridizionale del feudo tra il '500 e il '700. Fu incendiata in una delle tante lotte che opponeva i conti ad altri nobili locali e ricostruita tra il '600 e '700 secondo le classiche linee venete pur se semplificate nel contesto locale: mentre le parti laterali sono molto semplici, quella centrale è nobilitata da un timpano con un rosone stellato nel centro, una bifora con balaustra al secondo piano, una trifora con balcone al primo piano e un massiccio portone d'ingresso incorniciato da pietre. All'interno i pavimenti con terrazzo veneziano sono ricchi di motivi ornamentali tra cui il Leone di San Marco.

La Villa, che oggi è tutelata dall'Istituto Regionale per le Ville Venete e fa parte dell'Ecomuseo Lis Aganis, ospita manifestazioni culturali, concerti, mostre, oltre ad una raccolta archeologica con reperti dell'epoca preistorica a quella rinascimentale rinvenuti tra il Tagliamento e il Meduna al piano terra, e la Mostra Casa del '900 al secondo piano (http://www.archeo2000.it/). 


VILLA ZANIER, SEQUALS

Nel 1935 l'architetto friulano Enrico Peressutti dello studio BBPR, scrive a proposito del razionalismo italiano di "architetture di pareti bianche, rettangole o quadrate, orizzontali o verticali: architettura di vuoti e di pieni, di colore e di forme, di geometria e proporzioni.... un patrimonio che scoperto dai Gropius, dai Le Corbusier, dai Mies Van der Rohe è stato camuffato come una novità di sorgente nordica, come un'invenzione del secolo ventesimo".

Leggendo queste poche righe pubblicate sulla rivista "Quadrante",  non si può non pensare alla cosiddetta Villa Zanier, dalle linee essenziali e pure, prive di elementi estetizzanti o decorativi, costruita a Sequals nel 1934 con materiali innovativi quali il cemento armato in una mera ottica di funzionalità abitativa. Il razionalismo, difatti, altro non è che l'evoluzione del funzionalismo. Correnti come il Bauhaus tedesco di Walter Gropius, appunto, vi si ispirarono.

Villa Zanier nel 1935